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.Beatrice, non ancora vicinaall idea che dava al signor Pardi un aria così stravolta, lointerrogò cogli occhi curiosi.Non era possibile ch ellaavesse invitato Palmira, l amabile, la maligna, l invidiosaPalmira, a una festa di famiglia. Però prese a dire ilPardi con l affanno di chi ha lo stomaco rotto dalla nau-sea,  però ella ha mandato una carrozza a prenderla&. Quando?  Ieri, ieri sera.Oh, per Dio, l ho vista io&.Il Pardi s infuriò contro quella stupida donna, che noncapiva nulla, e che stava ad osservarlo con gli occhid una bambola.Beatrice s impaurì, entrò nell idea, capìche Palmira ne aveva fatta una delle sue, divenne smor-ta, balbettò qualche parola a fior di labbra, e finì col di-re:  Scusi, io non so proprio niente&. Mi perdoni& disse il Pardi, allentando a poco a poco le braccia echinando la testa sul petto, piegando il collo robusto e lelarghe spalle al peso enorme che scendeva lentamente acomprimerlo. Mi perdoni&  balbettò.Colla mano ir-ritata tastò qua e là sul corpo, finché trovò la tasca delfazzoletto, lo strappò fuori, lo strinse nel pugno comeun cencio, lo compresse due volte nell angolo degli oc-Letteratura italiana Einaudi 305 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumichi, schiacciandolo poi sulla bocca quasi per strozzarviun grido, e, tirandosi ancora un passo indietro per la-sciar passare Beatrice, tornò a dire:  Mi scusi tanto&.Beatrice discese gli ultimi gradini, e nel passar davanti aquell uomo, che pareva fulminato, lo guardò con unsenso di sincera e paurosa compassione.Avrebbe volutosalvare Palmira o la buona fede di suo marito.Ma per laseconda volta in poche ore si vergognò della sua povertàdi spirito.Si sentì incapace, troppo ignorante delle bat-taglie della vita.Fece un piccolo saluto colla testa,scappò più che non uscisse sulla strada, e col cuore pie-no di dolori e di spaventi si mescolò al vivo movimentodella città, che copre col suo frastuono le piccole e legrandi tragedie degli uomini.Arabella l accompagnavain silenzio.Il cuore della fanciulla, ancora pieno dellebrutte visioni della notte, non pigliava parte alla vitaesteriore della città, che essa traversò come un ombrasdegnosa e corrucciata.Il matrimonio della mamma,quel dover accettare, tacendo, un destino così contrarioalle sue previsioni, e, oltre a questo, un senso confuso,dirò così, di gelosia che nasceva in lei col pensiero delsuo povero papà, misto a un altro senso di ripugnanza edi antipatia per un uomo che pur doveva benedire comeun benefattore, tutto ciò la rendeva triste d una malin-conia taciturna e irritata, che rendeva alla sua volta taci-turna e irritata la mamma.Non si scambiarono quattroparole, cammin facendo: e tra una parola e l altra ciascu-na filò una fitta matassa di pensieri, che si attaccavano alpassato e all avvenire, ai vivi e ai morti, che sono la sto-ria sacra dell anima nostra.Una volta sola la ragazza uscìa dire improvvisamente, come conclusione di una rifles-sione compiutasi nella sua testa:  Di , mamma, se tusposi il signor Paolino, non potrei io restare collo zioDemetrio?La mamma non rispose nulla, ma di lì a unpoco le si gonfiarono di lagrime gli occhi.Giunsero cosìal cimitero.Arabella, già pratica del sito, ritrovò subitoLetteratura italiana Einaudi 306 Giovanni Della Casa  Il Galateo overo De costumiil piccolo monumento.Mentre la mamma, inginocchiatasulla terra sabbiosa del viale, sfogava il suo pianto nellemani giunte, Arabella perdevasi lontano cogli occhi ver-so un cielo lontano, che andava coprendosi di nuvolonibianchi di temporale.Il soffio fresco che mandavanoquelle nuvole dissipò a poco a poco come dolce lavacroquell ultima nebbia di sogni cattivi che era negli occhi, ela compassione amorevole, la compassione che scalda ilcuore e che fonde tutto, la trasse più vicina alla suamamma, che poco fa aveva conturbata colle sue parole.Pensò che la poverina non sapeva ancora com era mortoil papà e perché avesse voluto morire così: e in questasua coscienza sentì su quella donna inginocchiata a suoipiedi una superiorità morale, quasi una forza fisica diconsolarla, di dominarla.Si accostò, le prese la testa trale mani, la baciò sui capelli, col fazzolettino aiutò adasciugare le molte lagrime che le bagnavano il viso, masenza piangere essa, senza parlare.E rimase così unquarto d ora, nel silenzioso e lento abbandono del dolo-re che non pensa, nell aspro ed energico godimento del-la vita che soffre.Si mossero più consolate e più in pace.Nell uscire, quando furono sul ponticello che traversa ilcanale, un uomo mal vestito, consunto dalla miseria, ste-se il cappello, supplicando con una nenia, in cui le paro-le si spezzavano come singhiozzi.Sui piedi trascinavadue scarpe non sue, color della polvere, rigide nelle ru-ghe e nelle infossature, sulle quali cascavano a brandellicerti calzoni flosci, mal sostenuti da un corpo sconnessoe febbricitante.Era il maestro Bonfanti.Un altra malat-tia gli aveva dato l ultimo colpo [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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